Fermo impegno contro tutti i tipi di abuso. Fare verità e chiedere perdono
Ampia, poi, la riflessione sui “diversi tipi di abuso” (di potere, economici, di coscienza, sessuali) compiuti da alcuni vescovi, sacerdoti, religiosi e laici: nelle vittime – si legge nel testo – essi provocano sofferenze che “possono durare tutta la vita e a cui nessun pentimento può porre rimedio”. Di qui, il richiamo del Sinodo al “fermo impegno per l’adozione di rigorose misure di prevenzione che ne impediscano il ripetersi, a partire dalla selezione e dalla formazione di coloro a cui saranno affidati compiti di responsabilità ed educativi”. Bisognerà, dunque, sradicare quelle forme – come la corruzione o il clericalismo – su cui tali tipi di abusi si innestano, contrastando anche la mancanza di responsabilità e trasparenza con cui molti casi sono stati gestiti. Al contempo, il Sinodo si dice grato a tutti coloro che “hanno il coraggio di denunciare il male subito”, perché aiutano la Chiesa a “prendere coscienza di quanto avvenuto e della necessità di reagire con decisione”. “La misericordia, infatti, esige la giustizia”. Non vanno però dimenticati i tanti laici, sacerdoti, consacrati e vescovi che ogni giorno si dedicano, con onestà, al servizio dei giovani, i quali possono davvero offrire “un prezioso aiuto” per una “riforma di portata epocale” in questo ambito.
La famiglia “Chiesa domestica”
Ulteriori temi presenti nel Documenti riguardano la famiglia, principale punto di riferimento per i giovani, prima comunità di fede, “Chiesa domestica”: il Sinodo richiama, in particolare, il ruolo dei nonni nell’educazione religiosa e nella trasmissione della fede, e mette in guardia dall’indebolimento della figura paterna e da quegli adulti che assumono stili di vita “giovanilistici”. Oltre alla famiglia, per i giovani conta molto l’amicizia con i loro coetanei, perché permette la condivisione della fede e l’aiuto reciproco nella testimonianza.
Promozione della giustizia contro la “cultura dello scarto”
Il Sinodo si sofferma, poi, su alcune forme di vulnerabilità vissute dai giovani in diversi settori: nel lavoro, dove la disoccupazione rende povere le giovani generazioni, minandone la capacità di sognare; le persecuzioni fino alla morte; l’esclusione sociale per ragioni religiose, etniche o economiche; la disabilità. Di fronte a questa “cultura dello scarto”, la Chiesa deve lanciare un appello alla conversione ed alla solidarietà, divenendo un’alternativa concreta alle situazioni di disagio. Sul fronte opposto, non mancano invece i settori in cui l’impegno dei giovani riesce ad esprimersi con originalità e specificità: ad esempio, il volontariato, l’attenzione ai temi ecologici, l’impegno in politica per la costruzione del bene comune, la promozione della giustizia, per la quale i ragazzi chiedono alla Chiesa “un impegno deciso e coerente”.
Arte, musica e sport, “risorse pastorali”
Anche il mondo dello sport e della musica offre ai giovani la possibilità di esprimersi al meglio: nel primo caso, la Chiesa invita a non sottovalutare le potenzialità educative, formative ed inclusive, dell’attività sportiva; nel caso della musica, invece, il Sinodo punta sul suo essere “risorsa pastorale” che interpella anche ad un rinnovamento liturgico, perché i giovani hanno il desiderio di una “liturgia viva”, autentica e gioiosa, momento di incontro con Dio e con la comunità. I giovani apprezzano celebrazioni autentiche in cui la bellezza dei segni, la cura della predicazione e il coinvolgimento comunitario parlano realmente di Dio”: vanno aiutati quindi a scoprire il valore dell’adorazione eucaristica e a comprendere che “la liturgia non è puramente espressione di sé, ma azione di Cristo e della Chiesa”. Le giovani generazioni, inoltre, vogliono essere protagoniste della vita ecclesiale, mettendo frutto i propri talenti, assumendosi responsabilità. Soggetti attivi dell’azione pastorale, essi sono il presente della Chiesa, vanno incoraggiati a partecipare alla vita ecclesiale, e non ostacolati con autoritarismo. In una Chiesa capace di dialogare in modo meno paternalistico e più schietto, infatti, i ragazzi sanno essere molto attivi nell’evangelizzazione dei loro coetanei, esercitando un vero apostolato che va sostenuto e integrato nella vita delle comunità.
“Si aprirono i loro occhi”
Dio parla alla Chiesa e al mondo attraverso i giovani, che sono uno dei “luoghi teologici” in cui il Signore si fa presente. Portatrice di una sana inquietudine che la rende dinamica – si legge nella seconda parte del Documento - la gioventù può essere “più avanti dei pastori” e per questo va accolta, rispettata, accompagnata. Grazie ad essa, infatti, la Chiesa può rinnovarsi, scrollandosi di dosso “pesantezze e lentezze”. Di qui, il richiamo del Sinodo al modello di “Gesù giovane tra i giovani” e alla testimonianza dei santi, tra i quali si annoverano tanti ragazzi, profeti di cambiamento.
Missione e vocazione
Un’altra “bussola sicura” per la gioventù è la missione, dono di sé che porta ad una felicità autentica e duratura: Gesù, infatti, non toglie la libertà, ma la libera, perché la vera libertà è possibile solo in relazione alla verità e alla carità. Strettamente legato al concetto di missione, c’è quello di vocazione: ogni vita è vocazione in rapporto a Dio, non è frutto del caso o un bene privato da gestire in proprio – afferma il Sinodo - ed ogni vocazione battesimale è una chiamata per tutti alla santità. Per questo, ciascuno deve vivere la propria vocazione specifica in ogni ambito: la professione, la famiglia, la vita consacrata, il ministero ordinato e il diaconato permanente, che rappresenta “una risorsa” da sviluppare ancora pienamente.
L’accompagnamento
Accompagnare è una missione per la Chiesa da svolgere a livello personale e di gruppo: in un mondo “caratterizzato da un pluralismo sempre più evidente e da una disponibilità di opzioni sempre più ampia”, ricercare insieme ai giovani un percorso mirato a compiere scelte definitive è un servizio necessario. Destinatari sono tutti i giovani: seminaristi, sacerdoti o religiosi in formazione, fidanzati e giovani sposi. La comunità ecclesiale è luogo di relazioni e ambito in cui nella celebrazione eucaristica si viene toccati, istruiti e guariti da Gesù stesso. Il Documento Finale evidenza l’importanza del sacramento della Riconciliazione nella vita di fede e sprona genitori, insegnanti, animatori, sacerdoti ed educatori ad aiutare i giovani, attraverso la Dottrina sociale della Chiesa, ad assumersi responsabilità in ambito professionale e sociopolitico. La sfida in società sempre più interculturali e multireligiose, è indicare nel rapporto con la diversità un’occasione di arricchimento reciproco e comunione fraterna.