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Fermare la tragedia della guerra prima che...

Leone XIV

Leone XIV: fermare la tragedia della guerra prima che diventi una voragine irreparabile

Accorato appello del Papa a fine Angelus, alla luce delle "notizie allarmanti" dal Medio Oriente dopo il bombardamento Usa su tre siti nucleari iraniani e l'immediata risposta missilistica di Teheran contro città israeliane. Il Pontefice avverte dal rischio che cada nell'oblio la sofferenza di Gaza e altri territori: "L'umanità grida e invoca la pace", afferma, chiamando in causa i membri della comunità internazionale e la diplomazia perché "faccia tacere le armi".
 
 
 
 
 
Fonte: Vatican news - continua a leggere...

 

Fermare la tragedia della guerra prima che...

Leone XIV: tacciano le armi e si lavori per la pace attraverso il dialogo

Sorelle e fratelli, continuiamo a pregare perché dovunque tacciano le armi e si lavori per la pace attraverso il dialogo

Al termine dell’Angelus, il Papa assicura la sua preghiera per le vittime dell’esplosione avvenuta al liceo Barthelemy Boganda di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, che ha causato 29 morti e centinaia di feriti. In occasione della solennità dei santi patroni Pietro e Paolo, rivolge un pensiero “carico di affetto” ai sacerdoti della diocesi di Roma, incoraggiandoli nel loro ministero. Saluta i pellegrini ucraini, rinnovando la sua vicinanza: “Prego sempre per il vostro popolo.”
 
Edoardo Giribaldi - Città del Vaticano

“Sorelle e fratelli, continuiamo a pregare perché dovunque tacciano le armi e si lavori per la pace attraverso il dialogo.”

 

 

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Leone XIV: tacciano le armi e si lavori per la pace attraverso il dialogo

Esplosione a Roma

La parrocchia in campo

Esplosione a Roma, la parrocchia del quartiere in campo per aiutare le famiglie

San Gerardo Maiella ha messo i suoi locali a disposizione della Protezione Civile per distribuire acqua e pasti caldi alle persone le cui abitazioni dovessero risultare inagibili. Il parroco don Roberto Landi: “Tutti i fedeli sanno che possono contare su di noi, per qualsiasi necessità”
 
 
 
 
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Esplosione a Roma

LETTURA DEL GIORNO

MARTEDI 8 LUGLIO 2025

Dal libro della Gènesi
Gn 32,23-33

 
In quei giorni, di notte Giacobbe si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i suoi undici bambini e passò il guado dello Iabbok. Li prese, fece loro passare il torrente e portò di là anche tutti i suoi averi.
Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora. Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all’articolazione del femore e l’articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui.
Quello disse: «Lasciami andare, perché è spuntata l’aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!». Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe». Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!». Giacobbe allora gli chiese: «Svelami il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse.
Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuèl: «Davvero – disse – ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva».
Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuèl e zoppicava all’anca. Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che è sopra l’articolazione del femore, per- ché quell’uomo aveva colpito l’articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico.

VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,32-38

 
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».

LE PAROLE DEI PAPI

Quando Gesù percorreva le strade della Galilea annunciando il Regno di Dio e guarendo molti malati, sentiva compassione delle folle, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore” (cfr Mt 9,35-36). Quello sguardo di Gesù sembra estendersi fino ad oggi, fino al nostro mondo. Anche oggi si posa su tanta gente oppressa da condizioni di vita difficili, ma anche priva di validi punti di riferimento per trovare un senso e una meta all’esistenza. Moltitudini sfinite si trovano nei Paesi più poveri, provate dall’indigenza; e anche nei Paesi più ricchi sono tanti gli uomini e le donne insoddisfatti, addirittura malati di depressione. Pensiamo poi ai numerosi sfollati e rifugiati, a quanti emigrano mettendo a rischio la propria vita. Lo sguardo di Cristo si posa su tutta questa gente, anzi, su ciascuno di questi figli del Padre che è nei cieli, e ripete: “Venite a me, voi tutti…”. […] Il vero rimedio alle ferite dell’umanità, sia quelle materiali, come la fame e le ingiustizie, sia quelle psicologiche e morali causate da un falso benessere, è una regola di vita basata sull’amore fraterno, che ha la sua sorgente nell’amore di Dio. Per questo bisogna abbandonare la via dell’arroganza, della violenza utilizzata per procurarsi posizioni di sempre maggiore potere, per assicurarsi il successo ad ogni costo. […] Ma soprattutto nei rapporti umani, interpersonali, sociali, la regola del rispetto e della non violenza, cioè la forza della verità contro ogni sopruso, è quella che può assicurare un futuro degno dell’uomo. (Benedetto XV - Angelus, 3 luglio 2011)

 

FONTE:  Vatican News

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