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Fermare la tragedia della guerra prima che...

Leone XIV

Leone XIV: fermare la tragedia della guerra prima che diventi una voragine irreparabile

Accorato appello del Papa a fine Angelus, alla luce delle "notizie allarmanti" dal Medio Oriente dopo il bombardamento Usa su tre siti nucleari iraniani e l'immediata risposta missilistica di Teheran contro città israeliane. Il Pontefice avverte dal rischio che cada nell'oblio la sofferenza di Gaza e altri territori: "L'umanità grida e invoca la pace", afferma, chiamando in causa i membri della comunità internazionale e la diplomazia perché "faccia tacere le armi".
 
 
 
 
 
Fonte: Vatican news.va

 

Fermare la tragedia della guerra prima che...

Leone XIV: tacciano le armi e si lavori per la pace attraverso il dialogo

Sorelle e fratelli, continuiamo a pregare perché dovunque tacciano le armi e si lavori per la pace attraverso il dialogo

Al termine dell’Angelus, il Papa assicura la sua preghiera per le vittime dell’esplosione avvenuta al liceo Barthelemy Boganda di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, che ha causato 29 morti e centinaia di feriti. In occasione della solennità dei santi patroni Pietro e Paolo, rivolge un pensiero “carico di affetto” ai sacerdoti della diocesi di Roma, incoraggiandoli nel loro ministero. Saluta i pellegrini ucraini, rinnovando la sua vicinanza: “Prego sempre per il vostro popolo.”
 
Edoardo Giribaldi - Città del Vaticano

“Sorelle e fratelli, continuiamo a pregare perché dovunque tacciano le armi e si lavori per la pace attraverso il dialogo.”

 

 

Fonte: Vatican news

Leone XIV: tacciano le armi e si lavori per la pace attraverso il dialogo

LETTURA DEL GIORNO

MARTEDI 1 LUGLIO 2025

Dal libro della Gènesi
Gn 19,15-29

In quei giorni, quando apparve l’alba, gli angeli fecero premura a Lot, dicendo: «Su, prendi tua moglie e le tue due figlie che hai qui, per non essere travolto nel castigo della città di Sòdoma». Lot indugiava, ma quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e le sue due figlie, per un grande atto di misericordia del Signore verso di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori della città.
Dopo averli condotti fuori, uno di loro disse: «Fuggi, per la tua vita. Non guardare indietro e non fermarti dentro la valle: fuggi sulle montagne, per non essere travolto!». Ma Lot gli disse: «No, mio signore! Vedi, il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi e tu hai usato grande bontà verso di me salvandomi la vita, ma io non riuscirò a fuggire sul monte, senza che la sciagura mi raggiunga e io muoia. Ecco quella città: è abbastanza vicina perché mi possa rifugiare là ed è piccola cosa! Lascia che io fugga lassù – non è una piccola cosa? – e così la mia vita sarà salva». Gli rispose: «Ecco, ti ho favorito anche in questo, di non distruggere la città di cui hai parlato.
Presto, fuggi là, perché io non posso far nulla finché tu non vi sia arrivato». Perciò quella città si chiamò Soar.
Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Soar, quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco provenienti dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo. Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale.
Abramo andò di buon mattino al luogo dove si era fermato alla presenza del Signore; contemplò dall’alto Sòdoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace.
Così, quando distrusse le città della valle, Dio si ricordò di Abramo e fece sfuggire Lot alla catastrofe, mentre distrugge- va le città nelle quali Lot aveva abitato.

VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 8,23-27


In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva.
Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».

LE PAROLE DEI PAPI

«Quando viene sul mare un grande sconvolgimento, la barca era coperta dalle onde, “Salvaci Signore! siamo perduti”, dicono loro. La paura, anche quella, è una tentazione del demonio. Avere paura di andare avanti sulla strada del Signore». Guardare il Signore, contemplare il Signore, e questo ci dà questo stupore tanto bello di un nuovo incontro col Signore. “Signore io ho questa tentazione, voglio rimanere in questa situazione di peccato. Signore io ho la curiosità di conoscere come sono queste cose. Signore io ho paura...”, ma poi loro hanno guardato il Signore: “Salvaci Signore siamo perduti”. Ed è venuto lo stupore del nuovo incontro con Gesù. Non siamo ingenui, né cristiani tiepidi: siamo valorosi, coraggiosi. Sì, noi siamo deboli, ma dobbiamo essere coraggiosi nella nostra debolezza. E il nostro coraggio, tante volte, deve esprimersi in una fuga. Non guardare indietro, per non cadere nella cattiva nostalgia, ma non avere paura e sempre guardare al Signore. (Papa Francesco - Omelia Santa Marta, 2 luglio 2013)

 

 

FONTE:  Vatican News

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