Due ciechi, mentre Gesù passa, gli gridano la loro miseria e la loro speranza: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!» (Mt 9,27. I due protagonisti del Vangelo odierno, dunque, sono ciechi, eppure vedono ciò che più conta: riconoscono Gesù come Messia venuto nel mondo. I due del Vangelo si fidano di Gesù e lo seguono in cerca di luce per i loro occhi. E perché, fratelli e sorelle, queste due persone si fidano di Gesù? Perché percepiscono che, nel buio della storia, Egli è la luce che illumina le notti del cuore e del mondo, che sconfigge le tenebre e vince ogni cecità. Anche noi, lo sappiamo, portiamo nel cuore delle cecità. Anche noi, come i due ciechi, siamo viandanti spesso immersi nelle oscurità della vita. La prima cosa da fare è andare da Gesù, come Lui stesso chiede: «Venite a me voi tutti, che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28). Chi di noi non è in qualche modo stanco e oppresso? Tutti. Però facciamo resistenza a incamminarci verso Gesù; tante volte preferiamo rimanere chiusi in noi stessi, stare soli con le nostre oscurità, piangerci un po’ addosso, accettando la cattiva compagnia della tristezza. Gesù è il medico: solo Lui, la luce vera che illumina ogni uomo (cfr Gv 1,9), Lui ci dà l’abbondanza di luce, di calore, di amore. (Papa Francesco, Omelia a Nicosia, 3 dicembre 2021)
FONTE: Vatican News