La testimonianza di don Pino Puglisi
Chi ha vissuto la propria vita, “povero tra i poveri della sua terra” e lungo il solco del dono e del servizio, è stato padre Pino: “non viveva – ricorda il Papa nell’omelia – per farsi vedere, non viveva di appelli anti-mafia e nemmeno si accontentava di non far nulla di male, ma seminava il bene”. Alla logica perdente del dio-denaro padre Pino - sottolinea Francesco - ha contrapposto la bellezza del Dio-amore. Quella di don Pino è stata una vita vincente suggellata dal sorriso, anche nel momento della morte: Venticinque anni fa come oggi, quando morì nel giorno del suo compleanno, coronò la sua vittoria col sorriso, con quel sorriso che non fece dormire di notte il suo uccisore, il quale disse: «c’era una specie di luce in quel sorriso». Padre Pino era inerme, ma il suo sorriso trasmetteva la forza di Dio: non un bagliore accecante, ma una luce gentile che scava dentro e rischiara il cuore.
Preti del sorriso
Ricordando l’esempio di don Pino, Papa Francesco indica anche una speciale esigenza: “abbiamo bisogno di tanti preti del sorriso, di cristiani del sorriso, non perché prendono le cose alla leggera, ma perché sono ricchi soltanto della gioia di Dio, perché credono nell’amore e vivono per servire”. Don Pino - spiega poi il Pontefice nell’omelia - “sapeva che rischiava, ma sapeva soprattutto che il pericolo vero nella vita è non rischiare, è vivacchiare tra comodità, mezzucci e scorciatoie”: Dio ci liberi dal vivere al ribasso, accontentandoci di mezze verità. Le mezze verità non saziano il cuore, non fanno del bene. Dio ci liberi da una vita piccola, che gira attorno ai “piccioli”. Ci liberi dal pensare che tutto va bene se a me va bene, e l’altro si arrangi. Ci liberi dal crederci giusti se non facciamo nulla per contrastare l’ingiustizia. Chi non fa nulla per contrastare l’ingiustizia non è un uomo o una donna giusto. Ci liberi dal crederci buoni solo perché non facciamo nulla di male. “È cosa buona – diceva un santo – non fare il male. Ma è cosa brutta non fare il bene” [S. Alberto Hurtado]. Signore, donaci il desiderio di fare il bene; di cercare la verità detestando la falsità; di scegliere il sacrificio, non la pigrizia; l’amore, non l’odio; il perdono, non la vendetta.
Una vita perdente
Il Papa sottolinea anche che siamo chiamati a scegliere: vivere per sé o donare la vita, amore o egoismo. Una vita vincente - spiega il Santo Padre - non è quella di “chi vive per sé”. Non è quella di chi “soddisfa pienamente i propri bisogni” anche se “appare vincente agli occhi del mondo”. Quando si vive in modo egoistico attaccandosi “alle cose, ai soldi, al potere, al piacere” si va incontro ad una inevitabile sconfitta: “il diavolo ha le porte aperte”, “il cuore si anestetizza” con l'egoismo e “alla fine si resta soli, col vuoto dentro”. Per risolvere i mali del mondo non servono soldi e potere: “il denaro e il potere - afferma il Papa - non liberano l’uomo, lo rendono schiavo”.