E’ chiaro che nella vita dei servi del Gran Re, cioè dei cristiani di oggi come di ieri, c’è il rischio che mentre si va per invitare a una festa, si venga accolti come gente invadente, antipatica, che disturba, che suscita ostilità, i discepoli di Gesù mandati per tutte le strade del mondo, tanto spesso hanno sperimentato che andando con mitezza e bontà hanno incontrato ostinazione e ostilità! Capita di essere trattati così! Come gente che da fastidio, ma i servi devono ancora…. e ancora… andare perché obbediscono al Signore che li manda.
Radio Mater e la tenacia di Don Mario e dei suoi collaboratori, è quel servizio che continua ad essere richiesto dal Gran Re, continua il Signore a cercare servi dedicati, che non si sono stancati di invitare, che non hanno permesso al tempo, e alle vicende della vita di logorare l’amore e la decisione di restare: servi, servi di un Re che desidera accogliere tutti al banchetto delle nozze, la Radio è un servizio che si offre, non si può calcolare con precisione chi ascolta, chi si lascia toccare, chi si lascia convincere e chi invece subito si distrare e distoglie l’orecchio da questa Radio infastidito, non si può calcolare quale sia il successo di una parola che corre sulle onde della radio, ma la radio se è usata come un servizio non cerca la gratificazione del successo, ma soltanto di essere un servizio, il servo si considera solo un servo, non tocca al servo di giudicare chi è buono e chi è cattivo, chi merita l’invito e chi non lo merita, il servo deve invitare tutti, e così si offre la radio, come una voce che si rivolge a tutti quelli che la vogliono ascoltare, e non si da importanza la radio, come non si da importanza il servo, sa che se la gente viene, non viene per lui, ma viene per il Signore, sa che se uno si lascia convincere, non è perché il servo sia persuasivo, ma perché il Gran Re lo attira a sé, e perciò la gioia di tutti quelli che sono a servizio della “Parola”, la gioia dei servi è soltanto di vedere che sono molti a partecipare alla gioia del Gran Re.