“Come una vela al largo, sostenuta dal vento dello Spirito”. Passano davanti al braccio di mare davanti a piazzale Kennedy le barche a vela dei diportisti della domenica. Passano navi container e molte altre imbarcazioni. Ed è forse proprio questo scenario che ispira al cardinale Angelo Bagnasco le parole con cui conclude la sua omelia e di fatto il XXVI Congresso eucaristico nazionale. Il mare è li, di fianco al palco della Messa finale, alla quale sono accorsi in 15mila nonostante la minaccia della pioggia, che fortunatamente non si concretizza, anzi lascia spazio al sole.
Anche le espressioni dell'arcivescovo vanno oltre le nubi delle preoccupazioni del presente. E da Genova si dirigono “al nostro amato Paese - dice -, a quanti guardano a questo grande cenacolo con l’attesa di una parola particolare. Vorremmo dirvi - afferma Bagnasco - che vi siamo sinceramente vicini, che ci state a cuore, che ci anima una piena disponibilità a incontrarvi; insieme con voi ci sentiamo pellegrini verso casa. Siamo Pastori di una Chiesa esperta in umanità: la nostra voce è discreta, ma ora – come una vela al largo, sostenuta dal vento dello Spirito – prende vigore e proclama: O uomini che ci ascoltate: la nostra gioia è grande e si chiama Gesù!”. In effetti Gesù ha camminato per le vie di Genova per tutti e quattro i giorni del Congresso. Processioni e Messe. Adorazioni come quella di sabato al porto antico.