Verità, misericordia e gioia sono le tre grazie del Vangelo, che nessuno deve mai separare, perché il Vangelo è sempre, anzitutto e soprattutto Verità, Misericordia e Gioia: tutte e tre insieme. Lavorano insieme e si edificano insieme. Si arricchiscono insieme. I sacerdoti hanno il dovere di avere con sé l’odore delle pecore: cioè stare con loro sempre. In ogni momento: felice o doloroso, nella gioia e nelle lacrime, nelle difficoltà e nelle prove. Non abbandonarli nel momento del bisogno. Il sacerdote si dona alla propria Comunità sempre. Non deve essere mondano, pensare al denaro, alle belle auto, ai vestini firmati, ai paramenti dorati. Deve pensare alla Comunità che Gesù gli ha affidato. Deve lottare con le armi dell’Amore e della Verità. Deve dare voce a chi non ha voce, deve testimoniare la CARITA’ e accogliere chi non ha nulla. Il Santo Padre, nel Giovedì santo del 2014, disse:<< La gioia del sacerdote è un bene prezioso non solo per lui, ma anche per tutto il popolo fedele di Dio. il prete è una persona molto piccola: l’incommensurabile grandezza del dono che ci è dato per il ministero ci relega tra i più piccoli degli uomini. Il sacerdote è dunque il più povero degli uomini se Gesù non lo arricchisce con la sua povertà, è il più inutile servo se Gesù non lo chiama amico, il più stolto degli uomini se Gesù non lo istruisce pazientemente come Pietro, il più indifeso dei cristiani se il Buon Pastore non lo fortifica in mezzo al gregge>>. I sacerdoti vanno sostenuti, aiutati, amati, rispettati, ascoltati, Non lasciati soli. La gioia sacerdotale unge, ma non rende untuosi, sontuosi e presuntuosi, è incorruttibile, missionaria ed è custodita anche da “tre sorelle” che la circondano, la proteggono, la difendono: sorella povertà, sorella fedeltà e sorella obbedienza.