All'Atomic Bomb Hypocenter, memoriale della Pace, Francesco è accolto dal governatore e dal sindaco della città. Due sopravvissuti alla bomba gli offrono una corona di fiori bianchi e il Papa la depone ai piedi del monumento dedicato alle vittime di quella tragedia nucleare rimanendo per un lungo momento in preghiera. Sotto la pioggia le persone l'hanno atteso riparate da impermeabili bianchi o gialli e poi salutato con compostezza. Papa Francesco accende una candela attingendo ad un lumino. Il clima è di commozione profonda.
Il Papa comincia poi a parlare andando subito al cuore della questione sicurezza e afferma: La pace e la stabilità internazionale sono incompatibili con qualsiasi tentativo di costruire sulla paura della reciproca distruzione o su una minaccia di annientamento totale.
Lo sono piuttosto “a partire da un’etica globale di solidarietà e cooperazione”.
Non sarà, dunque, mai abbastanza, prosegue, l’alzare la voce “contro la corsa agli armamenti”, che utilizza risorse togliendole allo sviluppo dei popoli e per la difesa dell’ambiente.
Nel mondo di oggi, dove milioni di bambini e famiglie vivono in condizioni disumane, i soldi spesi e le fortune guadagnate per fabbricare, ammodernare, mantenere e vendere le armi, sempre più distruttive, sono un attentato continuo che grida al cielo.