In questo periodo estivo, dedicato al riposo e al nostro “IO”, bello pensare che Gesù è sempre lì ad aspettarci, a guardarci, ad amarci e sapere che lui non va di certo in vacanza. “Lavora” sempre di più per noi poichè ci vuole sempre più bene, anche se noi ci dimentichiamo troppo spesso di Lui. Gesù non va in ferie! Volevo con voi rileggere il brano evangelico secondo Marco (6,30-36): «In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose».
Gesù, il nostro Salvatore, il nostro Amico più vero Colui che ci ha amato fino alla fine e ci ama oggi più che mai, non ci abbandona in questi mesi di riposo. In ogni momento della nostra vita, lieto o triste che sia, Lui rimane con noi sempre.
Nel Vangelo Gesù dice: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro». Il Signore non riserva questa frase a qualcuno dei suoi amici, no, la rivolge a “tutti” coloro che sono stanchi e oppressi dalla vita. E chi può sentirsi escluso da questo invito? Il Signore sa quanto la vita può essere pesante. Sa che molte cose affaticano il cuore: delusioni e ferite del passato, pesi da portare e torti da sopportare nel presente, incertezze e preoccupazioni per il futuro.
Di fronte a tutto questo, la prima parola di Gesù è un invito, un invito a muoversi e reagire: “Venite”. Lo sbaglio, quando le cose vanno male, è restare dove si è, coricati lì. Sembra evidente, ma quanto è difficile reagire e aprirsi! Non è facile. Nei momenti bui viene naturale stare con sé stessi, rimuginare su quanto è ingiusta la vita, su quanto sono ingrati gli altri e com’è cattivo il mondo, e così via. Tutti lo sappiamo. Alcune volte abbiamo subito questa brutta esperienza. Ma così, chiusi dentro di noi, vediamo tutto nero. Allora si arriva persino a familiarizzare con la tristezza, che diventa di casa: quella tristezza ci prostra, è una cosa brutta questa tristezza. Gesù invece vuole tirarci fuori da queste sabbie mobili e perciò dice a ciascuno: “Vieni!” — “Chi?” — “Tu, tu, tu…”. La via di uscita è nella relazione, nel tendere la mano e nell’alzare lo sguardo verso chi ci ama davvero.
Ci sono mattine che lasciano presagire la calura che nel giorno si riverserà sulle cose e sulle persone, senza riguardo per nessuno, ...che tu sia in villeggiatura o sia rimasto in città.
Le chiese sono vuote, anzi disertate dai fedeli; gli oratori senza lo schiamazzo dei bambini e di ragazzi. Molti pensano: "Tanto sono in ferie, fa caldo. Ci sarà tempo per andare a Messa, per pregare". Ma Gesù non va in ferie!