ALESSANDRO
Te ne sei andato. Ci hai lasciato.
Improvvisamente, senza una avvisaglia di dolore che non fosse nelle traversie dei tuoi cari.
Ti avevo telefonato poche ore prima per il solito problema di regìa. E tu lo assolvevi bene, questo tuo lavoro, al punto da lasciarci orfani non solo di te, ma della tua presenza.
Dicono gli amici che lasci un “solco di amore”. Ed è vero.
L’attività che svolgevi non era di routine. Comunicava un rapporto, un’amicizia, il sorriso.
La radio piange questo vuoto ed io stesso sentii il bisogno, il giorno dopo, di entrare nella tua stanza di regia per respirare un contatto brutalmente scomparso.
Non era facile il tuo lavoro.
Contrastava col tempo tiranno, con i desideri di tanti, con le necessità di una emittente che vive in travaglio ogni giorno.
Ebbene, il sorriso non ti mancava mai. Lo trasmettevi e lo contagiavi anche sulle contrarietà del momento.
Ora, Alessandro, assolvi ad un’altra regìa.
Sei dinanzi ad una consolle superiore, che domina il mondo. Probabilmente ora ridi dei piccoli contrattempi. Ridi delle nostre ansie e perfino della tecnica cybernetica nella quale eri maestro e che ci travolge ogni giorno.
Ne ridi e ancora ci insegni. Di continuare a trasmettere senza di te ma col sorriso nel cuore.
Lo facciamo, perché così è Radio Mater, ma lasciaci indulgere sul rimpianto.
Vi aggiungiamo la gratitudine, alla Mamma per averti fatto conoscere, ed a te per quanto ci hai donato e lasciato.
E’ la tua eredità. Aiutaci a conservarla nel servizio pluriennale di questa emittente che prega per tutti e che oggi aggiunge anche te al grande elenco di vivi e di morti di ogni giorno.
Grazie, Alessandro.
Ugo