«Quando qualcuno riconosce la vocazione di Dio a intervenire insieme con gli altri in queste dinamiche sociali, deve ricordare che ciò fa parte della sua spiritualità, che è esercizio della carità, e che in tal modo matura e si santifica» (LS 231).
La cultura della cura, quindi, non è appannaggio di alcuni o di specifiche categorie, ma deve riguardare ogni uomo e ogni donna di buona volontà.
Nonostante il dolore per le ferite del pianeta e di moltissime famiglie del nostro Paese, «non tutto è perduto» (LS 205), perché il «Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci creato. L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra Casa comune» (LS 13).
Per questo, dal convegno emerge l’impegno a lavorare per favorire la conoscenza della Laudato si’, aiutando le Diocesi a educare alla salvaguardia del creato, a offrire itinerari educativi e a motivare «fino a dar forma a uno stile di vita» (LS 211). Un passo significativo, in tal senso, verrà compiuto con la 49ª Settimana Sociale dei cattolici italiani, in programma a Taranto dal 21 al 24 ottobre 2021, sul tema “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro e futuro. #tuttoèconnesso”. Ciò che sta cuore è un futuro degno della dignità della persona umana e della casa comune. Solo coinvolgendo le famiglie, le scuole, la catechesi, i mezzi di comunicazione sociale sarà possibile trasformare i concetti di sobrietà e sostenibilità in stili di vita, da declinare nella quotidianità. Per fare questo occorre mettere in rete le buone pratiche, gli esempi virtuosi nati sui territori, per elaborare una proposta unitaria.
L’auspicio finale è che dal convegno possa prendere avvio un coordinamento tra le 78 Diocesi italiane, nel cui territorio ricadono i 42 “Siti di Interesse Nazionale per le bonifiche”, censiti dal Ministero per la Transizione Ecologica: la “terra dei fuochi” non è un luogo circoscritto ma un fenomeno esteso all’intero Paese.